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Conferenza stampa de Il Venditore di Medicine

12/11/2013 | Interviste
Conferenza stampa de Il Venditore di Medicine

Si è tenuta ieri la conferenza stampa del film Il venditore di medicine, presentato Fuori Concorso al Festival di Roma. Hanno partecipato, oltre al regista Antonio Morabito, gli attori Claudio Santamaria, Isabella Ferrari e Ignazio Oliva e il produttore Matteo Pagani.

Da subito è stato chiesto al regista com’è nata l’idea per questo film: "Dopo un’esperienza personale. Avevo bisogno di trovare un farmaco per curare la malattia rara di mio padre, prima che questo venisse messo in commercio in Italia. Non riuscendo a trovare questo farmaco ho provato a interessarmi personalmente sul perché non ci riuscissi e mi sono inoltrato osservando tutte le fasi che accompagnano l'arrivo di un farmaco e mi si è aperto un mondo. Ho così conosciuto vari informatori di varie case farmaceutiche e medici e purtroppo sono riuscito a capire come vanno le cose".

Riguardo al protagonista sempre a Morabito viene chiesto com’è stato pensato questo personaggio: "È l'ultimo anello della catena, carnefice e vittima allo stesso tempo. L’idea era appunto di mostrare come la corruzione nella farmaceutica e nella sanità sia qualcosa di vicinissimo a noi, per questo Bruno medico della mutua, quello di famiglia, di fiducia è rappresentato così, valigetta in mano, molto simile a noi."

Proprio di Bruno, del personaggio che interpreta, è Claudio Santamaria a parlarne: "È l’ultima ruota del carro, conta meno di tutti, rappresenta tutti gli uomini con la valigetta, colui che cerca di raggiungere un certo status sociale della ricchezza, è carnefice e vittima in grado di sostenere il potere e la pressione che arriva dall’alto, tanto da arrivare a drogarsi, perché quello che gli prescrive il suo medico è cocaina legale, anfetamina. Inoltre fa male anche alla propria famiglia, distruggendo ciò che ama. Solamente ritrovandosi dall’altra parte forse capisce davvero di cosa si tratta il suo lavoro."

A parlare e a dare le proprie impressioni sui loro personaggi, prima Isabella Ferrari e poi Ignazio Oliva. Isabella: "Leggendo il copione ho visto che il mio sarebbe stato un personaggio che da tanto non mi veniva offerto. Poi è come se fosse un'opera prima, un film di denuncia, un film che socialmente e politicamente ha senso fare oggi. Il produttore era Matteo Pagani, che io stimo e seguo da sempre quindi non ho avuto dubbi. Ho avuto qualche dubbio quando ho letto della mancanza di umanità che avrei dovuto dimostrare. Ho preso le mie informazioni, ho incontrato due capo area e poi mi sono buttata nella direzione che mi ha dato il regista."
Ignazio: "Io che rappresento la parte etica non ho avuto molte difficoltà. Rappresento quei medici, che secondo me esistono veramente, che vanno valorizzati, quelli che rischiano il posto, la vita. Per me è stato un piacere e un onore prendere parte a questo film."

Il produttore Matteo Pagani ha spiegato perché ha deciso di finanziare il progetto: "È stata una necessità. Antonio mi ha portato questa storia ed è interessantissima, non credo che serva tanto coraggio per dire la verità e tutto quello che c’è nel film è assolutamente vero."

È poi intervenuto Morabito, spiegando le difficoltà incontrate durante la produzione: "Ci sono state delle lettere d’insulti di medici arrabbiati ed informatori farmaceutici. Il direttore di un ospedale che lo aveva reso disponibile come set, ha poi negato tutto durante una conferenza stampa, revocando la disponibilità, così come altre medici che ci avevano offerto il loro studio privato."

Infine è stato chiesto al regista se sia stato costretto o meno a censurare alcune parti del film: "Non è rivolto come in “The Constant Gardener” di Meirelles ai vertici delle case farmaceutiche, qui si parla di qualcosa più a portata di mano, il nostro dottore rappresenta proprio questo. La macchina da presa è diventata la sua ombra, quindi non ho censurato molto."

Alice Bianco

 


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